In questi ultimi anni ha preso molto piede l’autocertificazione delle proprie competenze, tanto di studio, quanto lavorative, e anche di quelle che esulano dalla professione. Per evitare alle persone di possedere un apposito diploma o riconoscimento, è possibile infatti auto-dichiarare di saper fare qualcosa, senza aver mai frequentato un corso specifico.
Si tratta di un cambiamento utile da un certo punto di vista (perché una persona che ha vissuto 10 anni in Inghilterra, ad esempio, può dichiarare di sapere bene l’inglese senza aver ottenuto uno specifico diploma), meno da altri punti di vista come quello per cui chi ha frequentato un corso specifico per un argomento può essere equiparato a chi non lo ha mai fatto, e magari ha imparato in altri modi a fare qualcosa.
E’ qui che entrano in gioco le certificazioni: in un caso come quello che abbiamo appena descritto, una selezione di lavoro per esempio, la persona che certifica le proprie conoscenze viene tenuta in alta considerazione rispetto a chi non ha le conoscenze certificate da nessuno. Ed è una cosa che può fare la differenza in una selezione, per una serie di motivi:
- Una certificazione fa sapere a chi si trova dall’altra parte della scrivania che abbiamo sicuramente le conoscenze che rientrano nella certificazione;
- Una certificazione indica che abbiamo seguito un percorso strutturato e che non abbiamo lacune gravi per il corso che abbiamo intenzione di frequentare;
- Una certificazione dimostra che abbiamo superato un esame per ottenerla (o anche più esami), che indicano che ci siamo già trovati davanti a situazioni pratiche da risolvere, per poter superare quella specifica difficoltà.
Questo è particolarmente vero nel campo dell’informatica: frequentare corsi certificati come un corso per esperto in configurazione di rete, un corso per esperto in sicurezza informatica, in gestione dei dati, o ancora un corso per Linux Administrator, e certificarlo con apposito diploma è importante quando le conoscenze tecniche che dobbiamo avere per poter fare quel tipo di lavoro sono molto specifiche e sono indispensabili per proseguire.
In questo senso, l’appassionato che si intende di un argomento (prendiamo ad esempio Linux, che spesso è considerato un argomento da appassionati ma verso il quale c’è un forte interesse aziendale, tanto che Microsoft, che dovrebbe essere un “concorrente” di Linux è entrata a far parte della fondazione) magari sa benissimo come usare specifici programmi per Linux ma non sa, ad esempio, come si configura una rete, una competenza che invece chi ha frequentato un corso Linux apposito ha. Insomma, chi ha frequentato un corso strutturato e di conseguenza ha ottenuto una conoscenza base su tutto ha sicuramente maggiori opportunità di lavoro rispetto a chi non lo ha fatto.
Questo perché la passione fa raggiungere traguardi a volte impensati, è vero, ma a volte c’è bisogno di conoscenze di base.
Possiamo immaginare un medico senza laurea, o un ingegnere che non ha frequentato alcun esame specifico? Naturalmente no, anche se potenzialmente chiunque potrebbe prendere dei libri di medicina e diventare un cultore della materia. Ma chi mi certifica, poi, che quella persona sa curare sia il raffreddore che gli infarti? E se gli infarti non li sapesse curare, io che mi affido a lui che fine farei?
La logica della ricerca di persone certificate è proprio questa: ecco perché, in qualsiasi ambito, le certificazioni sono così importanti.
You may also like
-
Come targetizzare il pubblico su facebook per le proprie campagne social
-
Investigatore Privato a Torino: Argo, la scelta giusta per te
-
L’Università Pontificia Salesiana sempre più attiva nella ricerca nell’ambito dell’educazione e della psicologia
-
Le migliori barche da lavoro: tutto quello che c’è da sapere
-
Il colloquio di lavoro in inglese: come prepararsi