Oggetti antichi in porcellana nell’alto antiquariato

Gli oggetti in porcellana, sono forse gli elementi più pregiati in una preziosa collezione d’antiquariato. Non è un caso che esistano anche degli importanti musei ad esse dedicate, come il museo delle ceramiche di Faenza. La porcellana ha una storia antica e lontanissima, a dir poco affascinante, ha viaggiato per tutto il mondo acquisendo pregio ed assorbendo in alcuni casi intere culture che le hanno dedicato una collocazione precisa nei rituali sociali. Si pensi al Cha no yu, ovvero la cerimonia del tè giapponese, per cui esistono antichi e pregiati servizi che sono il centro di molte collezioni d’antiquariato orientale e non.

La porcellana sostanzialmente deriva dalla ceramica e si ricava dall’unione di diversi impasti a base di caolino e feldspato, viene sottoposta ad una smaltatura che la cristallizza ed infine viene cotta ad una temperatura di cica 1300°, infine la si decora e le si da un’ultima cottura per fissare il tutto.

Alto antiquariato: le tipologie di porcellana

Esistono sostanzialmente due tipi di porcellana che solitamente trovate nelle importanti gallerie di antiquariato: quella dura e quella tenera.
La porcellana ad alto fuoco, o porcellana dura, è costituita da una miscela di caolino (dal 45 al 60%), quarzo (dal 12 al 30%), feldspato (dal 15 al 35%) e calcare (dal 0 al 6%) ed all’esterno viene trattata con magnesia, quarzo e talvolta con calce. La sua produzione si concentra in Europa.
La porcellana a basso fuoco, o porcellana tenera, è meno dura perché viene cotta ad una minor temperatura. Sono famose le produzioni di Capodimonte, della Cina e di Copenaghen.

Alto antiquariato: storia della porcellana

La prima fabbricazione di porcellana è stata prodotta sotto la dinastia Tang, in Cina. Nel corso delle dinastie ha subito notevoli cambiamenti: durante il periodo Han siamo a conoscenza di oggetti in porcellana rudimentali ed imprecisi, monocromatici, si parla naturalmente di porcellana tenera.
Durante il periodo Song, fu introdotta la smaltatura dai toni del verde e azzurro ma si sa che, il vero periodo d’oro risale alle dinastie Ming e Qing, epoche in cui la porcellana acquisì un gran pregio.

Fu introdotta la famosa smaltatura bicromatica, nei toni del bianco e del blu e successivamente (sotto la dinastia Qing) furono introdotte altre gamme cromatiche che diedero vita alle famose porcellane verdi e rosa.

La porcellana raggiunse il Giappone nel 1510, dove divenne il centro di una produzione artistica senza eguali. Si svilupparono in particolare due stili: Imari e Kakiemon, la prima caratterizzata dai toni di rosso e blu su bianco, la seconda dall’impiego di più colori sempre su fondo bianco.

In Europa la porcellana arrivò nel XIII secolo, il segreto del suo impasto fu portato da alcuni viaggiatori di ritorno dall’Oriente. Principalmente la produzione di alto antiquariato in porcellana, si sviluppò in Italia ed in Medioriente dove si conservava gelosamente la tecnica della lavorazione ed a seguito si diffuse a macchia d’olio in Europa.

A partire dal 1700 si svilupparono notevoli produzioni quali: Meissen, Capodimonte, Sèvres e Limoges. Si produsse un nuovo tipo di porcellana, in Inghilterra, a partire dal 1800 che fu chiamata Bone China attualmente è ritenuta una delle più pregiate produzioni.